Don giovanni bergalucci

Un sacerdote al servizio dei deboli e del suo territorio

Don Giovanni Bergalucci Don Giovanni Bergalucci

Un posto di rilievo tra gli offidani che rivolsero la loro generosa benevolenza verso i poveri e gli emarginati è occupato da Don Giovanni Bergalucci, esemplare figura di sacerdote in una difficile epoca di cambiamenti sociali e politici.

14 anni, il l7 dicembre 1805, riceve la prima tonsura dal Cardinale Giovanni Andrea Archetti vescovo di Ascoli che rappresentava un passaggio quasi obbligato nell'iter scolastico e formativo dei giovani della sua condizione sociale; successivamente viene nominato ad ostiarium dal vescovo Giovanni Francesco Cappelletti il 19 settembre 1807 nella Collegiata di Offida. Gli ordini minori del Lettorato, Esorcistato ed Accolitato gli vengono conferiti l'11 aprile 1810 da mons. Bartolomeo Baker, vescovo di Ripatransone in quanto il vescovo di Ascoli, Cappelletti, era stato chiuso in carcere perché inviso dal governo napoleonico. In quest'epoca vengono soppresse tutte le istituzioni ecclesiastiche dell'ex stato pontificio annesso all'impero di Napoleone, con la conseguente incameramento dei beni e delle rendite e relativo sollevamento forzato dagli incarichi di quegli ecclesiastici poco simpatici al regime, sorte che toccò allo stesso pontefice Pio VI costretto all'esilio in Francia. Consegue quindi il suddiaconato dal Cappelletti il 12 giugno 1813 mentre il diaconato lo riceve da Francesco Saverio Castiglioni (futuro papa Leone XII) vescovo di Montalto Marche il 19 dicembre 1814. Il Cappelletti lo eleva finalmente al presbiterato, ovvero al sacerdozio, il 23 dicembre 1815 nella cappella del palazzo vescovile di Ascoli.

Nel 1816 riceve la patente di Confessore "approvato" e dal 1819 siede nel Capitolo della Collegiata di Offida quale sacerdote mansionario mentre dal 1821 è rettore e cappellano del beneficio della Madonna del Rosario esistente nella stessa chiesa. Ottiene il Canonicato il 31 maggio 1824 ma, essendo ancora soppressa la Collegiata, gli viene imposto il peso della parrocchia rurale di S. Venanzo quale canonico curato provvisorio, carica che ricopre fino al 1831 quando, ripristinata la Collegiata, il 13 agosto ottiene la bolla di nomina al Canonicato ed alla relativa Prebenda da Papa Gregorio XVI. Quale canonico partecipa a rotazione all'amministrazione della Collegiata ricoprendo le cariche di Camerlengo, Puntatore, Sagrestano Maggiore e Razionale (revisore dei conti) che avevano durata annuale e rinnovate in un apposito capitolo che per antica consuetudine veniva sempre riunito il 29 giugno festa di S. Pietro da cui traeva il nome. Diverse le deputazioni o incarichi per affari, anche delicati che gli vengono affidate nel tempo come la deputazione del 24 giugno 1823 inviata al vescovo per richiedere la trasformazione della Collegiata in Concattedrale, quella del 29 luglio 1827 circa la concessione del fonte battesimale alla parrocchia rurale di S. Basso di Offida, o quella del 28 novembre 1828 per andare a Roma a sostenere i diritti della sua parrocchia di S. Venanzio ed ottenere i fondi per le spese di culto o, ancora, quella per sostenere il diniego del Capitolo, verso l'autorità ecclesiastica, circa la nomina del Canonico penitenziere.

Diversi furono poi gli incarichi a livello economico, campo nel quale aveva dimostrato già da cappellano e poi parroco di S. Venanzio una certa disposizione utile al Capitolo che vive la prima metà del secolo con il problema continuo di saldare i gravosi debiti contratti per la costruzione della Collegiata, peggiorato dalla cronica mancanza di denaro dovuto alla perdita delle rendite dei beni espropriati e per lungo tempo non riconsegnati, dal governo napoleonico. Bergalucci viene deputato per ottenere la sospensione per 12 anni della nomina di un canonicato per investire la rendita ne lavori di consolidamento dei piloni della cupola lesionati, o l'estinzione dei debiti con la Tesoreria Generale della Camera Apostolica il 2 aprile 1829, alla revisione dei conti della chiesa, operazione necessaria nel controllo dell'entrata e dell'uscita nella continua speranza di scovare attivi o crediti per sopperire alle necessità della chiesa, come nel 1832 quando viene deputato a rivedere i conti della fusione del nuovo concerto di campane. Possedeva una certa acutezza nel trattare affari delicati, dato che gli si delega spesso l'analisi dei requisiti dei concorrenti a vari incarichi di nomina capitolare come quelli per il beneficio vacante della chiesa rurale della Madonna della Sanità nel 1834 o, per la nomina del nuovo Maestro di Cappella - tra il 1840 ed il 1847. Dispersa la sua piccola biblioteca resta a testimonianza del suo pensiero un sonetto che compose in omaggio di d. Nicola Bruni predicatore della quaresima 1836 in Offida.

Sonetto

Guarda, o Pastore.
In florida verzura
Tre gigli son di sovruman candore,
Cui per beltade, per fragranza, e onore
Non vide eguali, e non vedrà natura.
Vigile Aurora con materna cura
Gli bagna, e avviva in rugiadoso umore;
Quivi respira, e mi dilata il cuore

Aura di Paradiso e schietta, e pura.
Guarda il Giglio più bel, che dallo stelo
Sorge dell'altro mentre il terzo seppe
Piegarsi ad ambo per far ombra, e velo.
Primo Giglio è Gesù; sua Vergin Madre.
Secondo Giglio; il terzo è poi Giuseppe,
Che è lor tutela, come Sposo e Padre.

Muore il 27 settembre 1862 nella casa di famiglia, posta in via della Musica 72, attuale via Cipolletti.